“Migranti, ecumenismo e non solo. Si potrebbe racchiudere in questi macro temi, a cui ovviamente ne sono connessi altri, il viaggio del Santo Padre a Cipro e in Grecia, in un momento caratterizzato da un lato dall’emergenza sanitaria legata alla variante omicron e, dall’altro, anche da quella geopolitica con il Mediterraneo nuovamente centro nevralgico del mondo, dove Ankara non cessa provocazioni e mosse scomposte”. Così il direttore di Mondogreco, Francesco De Palo, intervenuto oggi su Radio Vaticana.
“L’isola di Lesbo, già visitata nel 2016, continua purtroppo ad essere una sorta di lazzaretto, con la Grecia condannata da sola a gestire il gravoso e angosciante compito dell’accoglienza – ha osservato De Palo – . Un passaggio che sfugge ai paesi frugali, che di nuove politiche migratorie non vogliono proprio sentire parlare. Ma Kara Tepe non è l’unico hotspot che dovrebbe essere meglio attenzionato dalla comunità internazionale. Altri ce ne sono su suolo ellenico, anche nell’entroterra, dove spicca la gravità dell’accordo siglato dall’Ue con la Turchia, che di fatto si è abbattto sulla pelle di chi fugge da guerre e miseria. Al confine ellinoturoc di Idomeni Erdogan ha usato i migranti come arma geopolitica e non è detto che non lo rifaccia. E dopo la crisi in Afghanistan il quadro complessivo può solo peggiorare”.
E ha aggiunto: “In Grecia inoltre spicca il dialogo interreligioso avviato da San Giovanni Paolo II e proseguito da Papa Ratzinger e da Francesco nel segno dell’apertura e della comunione: questo viaggio può essere considerato, se vogliamo, un omaggio alle rinnovate e positive relazioni tra la Chiesa cattolica e quella greco-ortodossa.
Quanto a Cipro mai come questa volta la presenza del Papa è vitale anche per i destini dell’isola, ancora preda delle minacce di Erdogan che ne rivendica territori e acque. L’isola all’estremo oriente del mare nostrum è il simbolo delle origini della cristianità, visto che da lì proviene San Barnaba Apostolo, che insieme a San Paolo e San Marco fu uno dei primi evangelizzatori. La comunità ortodossa di Cipro è quindi una delle più antiche, ricca di luoghi di culto e oggi messa a repentaglio dalle intemperanze della Turchia che nella parte occupata dell’isola ha foraggiato la distruzione di tutti i luoghi di culto ostodossi, maroniti, ebraici e cristiani. Con perfino alcune chiese trasformate in stalle e cimiteri rasi al suolo”.
“Mi auguro – ha concluso De Palo – che la presenza del Papa possa riaccendere l’interesse della comunità internazionale anche su questa sorta di nuovo muro di Berlino, visto che la capitale cipriota Nicosia, è ancora divisa”.