La parte sud del Mediterraneo, come Italia, Spagna e Grecia, può essere un grande hub per il gas oggi e per l’idrogeno domani. Lo ha detto il premier Mario Draghi incontrando i giornalisti stranieri alla Stampa Estera di Roma.
Secondo l’ex numero uno della BCE, in caso di una crisi di gas come questa siamo alle prese con investimenti che si realizzano in molti anni, come il gasdotto Eastmed da Israele a Melendugno e come quello fatto ventilare dal governo spagnolo tra Barcellona e l’Italia, mentre al momento occorrono soluzioni nel brevissimo periodo.
L’Europa ha una straordinaria occasione di crescita, ha precisato, costruendo da oggi una cabina di regia per la difesa europea e per l’energia. “La diversificazione verso le rinnovabili è in cima all’azione del governo italiano, che ha già approvato misure per rivoluzionanare il processo autorizzativo di nuove installazioni come fotovoltaico e eolico. In secondo luogo occorrono politiche mirate perché i prezzi del gas non riflettono più la domanda e l’offerta: l’Italia sostiene la necessità di un tetto al prezzo del gas. Contiamo di muoversi rapidamente però occorre capire che quanto più sostituiamo il gas russo con altri fornitori, tanto più difficile è tentare di compensare. Subito sostituiremo il 30%, più difficile sarà sostituire livelli più ampi”.
Lo studio di fattibilità sul gasdotto Eastmed, ha aggiunto Draghi, stanno proseguendo, come la sostenibilità economica della pipeline ed energetica: ovvero capire quali sono le fonti di approvvigionamento della nuova infrastruttura e quanto sono grandi. “Ciò che è accaduto dopo la guerra cambia fortemente i giudizi di fattibilità sul gasdotto”.
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