Energia, difesa e geopolitica sono i tre temi al centro della teleconfereza del gruppo 3+1, composto da Cipro, Grecia, Israele sotto l’ombrello degli Usa prevista per il 9 maggio prossimo. I ministri degli esteri dei quattro paesi, Nikos Dendias, Ioannis Kasoulidis, Jair Lapid e Anthony Blinken, faranno il punto sulla situazione nella macro regione, sia dal punto di vista energetico alla voce gas che da quello legato alla sicurezza. Appare evidente che la guerra in Ucraina sta rimescolando le strategie nel Mare Nostrum, dove la posizione geografica dei tre assume una rilevanza di carattere primario.
Israele, Cipro e Grecia presentano interessi comuni alla voce gas per via del gasdotto Eastmed che avrebbe dovuto collegare Israele al Salento, tramite una lunga e costosa pipeline che è stata recentemente bloccata da Washington che non la ritiene più prioritaria, ma di fatto è l’unico strumento per rendere l’Europa ancora più indipendente dal punto di vista energetico.
I tre paesi sono ormai solidi alleati: dal 2014 hanno partecipato anche a esercitazioni di ricerca e soccorso con gli Stati Uniti. La scorsa settimana la Grecia ha ospitato l’esercitazione di combattimento aereo Iniochos 2022 con Austria, Canada, Francia, Italia, Slovenia e Stati Uniti, nonché Israele e Cipro a dimostrazione di un’area quantomai strategica per i destini geopolitici presenti e futuro del pianeta.
Del tema ha recentemente discusso dinanzi alla Commissione americana degli Affari Esteri, Alan Makovsky, membro anziano del Center for American Progress, circa il coinvolgimento degli Stati Uniti nel Mediterraneo orientale durante la guerra russa in Ucraina, mettendo l’accento sulla nuova cooperazione interregionale nata proprio tra gli stati ellenici Grecia e Cipro che hanno preso l’iniziativa di formare gruppi trilaterali separati con Israele, Egitto, Giordania e India. “Un altro importante raggruppamento interregionale – ha aggiunto – è l’East Mediterranean Gas Forum (EMGF), presieduto e avviato dall’Egitto, il cui giacimento di gas di Zohr è il più grande del Mediterraneo orientale. Dovrebbe rafforzare la cooperazione regionale nello sviluppo energetico. Forse il suo aspetto più interessante è la sua adesione: tre stati dell’UE (Grecia, Cipro, Italia), due stati arabi (Egitto e Giordania), Israele e l’Autorità Palestinese. Francia e Stati Uniti sono osservatori.
Inoltre qualche giorno fa è stato siglato un Memorandum of Cooperation (MoC) dai servizi meteorologici di Cipro, Grecia e Israele con l’obiettivo di ottimizzare le previsioni meteorologiche, monitorare i cambiamenti nel Mediterraneo orientale e sviluppare allarmi antincendio in aree specifiche. Secondo il ministro dell’Agricoltura Costas Kadis “le condizioni meteorologiche in rapido mutamento nel Mediterraneo orientale, in combinazione con i cambiamenti climatici, richiedono una maggiore condivisione dei dati per migliorare le tecniche di previsione a breve termine”.
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