Il 13 settembre 2022 alle 00:05 ora locale, l’Azerbaijan ha lanciato un’aggressione militare su larga scala in diverse direzioni lungo il confine orientale tra l’Armenia e l’Azerbaigian. Le forze armate azere, utilizzando artiglieria pesante, sistemi di lanciarazzi multipli e droni da combattimento, hanno iniziato a bombardare intensamente le città armene di Goris, Jermuk, Vardenis, Kapan, Sotk e i villaggi vicini. Come risultato dell’aggressione azera, ci sono almeno 49 vittime vittime e numerosi feriti. Così in una nota ufficiale il Ministero della Difesa armeno.
“Questa recente aggressione non provocata e ingiustificata contro il territorio sovrano dell’Armenia è l’ennesima violazione flagrante da parte dell’Azerbaijan della Carta delle Nazioni Unite, dell’Atto finale di Helsinki e della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020.
L’Armenia ha espresso continuamente la sua profonda preoccupazione alla comunità internazionale per il deterioramento della situazione della sicurezza nel Nagorno-Karabakh (Artsakh) e lungo il confine della Repubblica d’ Armenia con la Repubblica dell’Azerbaijan. L’Armenia aveva anche avvertito che i continui incitamenti all’odio, le azioni e le dichiarazioni degli alti funzionari del governo azero testimoniavano i preparativi di una rinnovata aggressione da parte dell’Azerbaijan contro l’Armenia e l’Artsakh.
Dal 2 settembre in poi il Ministero della Difesa dell’Azerbaijan ha quotidianamente diffuso false informazioni sostenendo che “le postazioni dell’esercito dell’Azerbaijan sono periodicamente sottoposte a fuoco con l’uso di armi di vario calibro dalle postazioni delle forze armate armene”. Comunicati tutti smentiti da fatti oggettivi e dichiarazioni ufficiali del governo armeno.
Inoltre, sono stati estremamente preoccupanti le informazioni confermate circa frequenti voli cargo militari che hanno trasferito attrezzature e munizioni militari dalla Turchia, Stato membro della NATO, all’Azerbaijan. Inoltre, dal 5 al 9 settembre 2022, le forze aeree azerbaijane e turche hanno condotto esercitazioni congiunte in Azerbaijan, con lo scopo annunciato di valutare la capacità di “distruzione di obiettivi aerei e terrestri immaginari del nemico”. È estremamente preoccupante che un membro della NATO sia coinvolto in un violento attacco militare contro l’Armenia.
Questo è il modus operandi distintivo dell’Azerbaijan mentre si prepara a lanciare un’aggressione armata. Considerando che una simile serie di azioni si è svolta prima della guerra di aggressione del 2020 contro l’Armenia e il Nagorno-Karabakh e prima di ogni escalation da allora, inclusa l’ultima aggressione all’inizio di agosto di quest’anno, l’aggressione su larga scala di oggi non è stata inaspettata ed era già ovvio che l’Azerbaijan stava preparando il terreno per una nuova escalation e aggressione. Il governo armeno ha costantemente informato i partner internazionali e la comunità internazionale circa i preparativi di una nuova aggressione azera contro l’Armenia.
(Occorre tenere in considerazione che l’aggressione dell’Azerbaijan e dei suoi sostenitori contro il territorio sovrano della Repubblica di Armenia è anche l’ennesimo attacco contro il primo paese Cristiano del mondo, che ha lo scopo di realizzare l’inequivocabile ambizione di realizzare il progettto dell’unione pan-turca e colleghi l’Azerbaijan alla Turchia attraverso il territorio della Repubblica di Armenia. Con tale obiettivo il regime di Aliev è stato ulteriormente ispirato dal fatto che i suoi crimini di guerra commessi durante la guerra del 2020 contro il Nagorno Karabakh (Artsakh) sono rimasti impuniti. Il senso di impunità per Aliyev è stato ulteriormente rafforzato dalla recente dichiarazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che lo ha elogiato come “partner affidabile” dell’Europa. Purtroppo lo stesso Aliyev è stato ricevuto ai massimi livelli in Italia, il primo Paese europeo a farlo dopo la seconda guerra contro l’Artsakh del settembre-novembre 2020).
Dalle prime ore dell’aggressione azera, il Primo Ministro dell’Armenia ha discusso dell’aggressione premeditata e chiaramente pianificata dall’Azerbaijan con i paesi Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE (con il Presidente di Francia Emmanuel Macron, con il Presidente di Russia Vladimir Putin, con il Segeratrio di Stato USA Anthony Blinken) e con il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
È stato inoltre deciso di appellarsi ufficialmente all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonché alla Russia, sulla base del Trattato sulla mutua assistenza in vigore. La repubblica d’Armenia intende utilizzare tutti i mezzi disponibili per realizzare la propria autodifesa e salvaguardare la sovranità dello stato.
In questo momento, mentre il numero delle vittime continua a crescere, è urgente che la comunità internazionale condanni esplicitamente l’aggressione dell’Azerbaijan contro la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica di Armenia. Occorre un messaggio forte e inequivocabile che sottolinei che qualsiasi aggressione armata da parte dell’Azerbaijan, che aggrava ulteriormente la già fragile situazione nella regione, è inaccettabile e non sarà più tollerata e che l’Azerbaijan sarà costretto a rispondere per le conseguenze dell’uso della forza e della violazione della Carta delle Nazioni Unite” conclude la nota.