Esiste il rischio che le tensioni fra Grecia e Turchia possano essere esacerbate da una postura troppo neutrale da parte dell’amministrazione Biden? In questo anno elettorale, con Grecia, Turchia e Cipro attesi dalle elezioni, ci si aspetterebbe più attenzione diplomatica (e politica) verso il quadrante del Mediterraneo orientale da parte di Washington? Interrogativi legittimi, in virtù della partita sempre aperta sulla fornitura di caccia ai due paesi.
La Grecia rimane un alleato stabile degli USA, non “a la carte”: così il viceministro degli Esteri Miltiadis Varvitsiotis commentando l’incontro Blinken-Cavusoglou. “Abbiamo una forte relazione strategica con gli Stati Uniti che viene costantemente aggiornata – ha osservato – . E questo infastidisce la Turchia”. Interrogato sulle pretese turche di smilitarizzare le isole dell’Egeo orientale, ha sottolineato che la loro blindatura è “imperativa” a causa della presenza del cosiddetto “esercito turco” nell’Egeo e ha aggiunto che “di fronte alle provocazioni, il governo greco risponde con serietà e robustezza.
In precedenza si era svolto l’incontro tra il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken ed il ministo degli esteri turco, Mevlüt Cavusoglu, presso il Dipartimento di Stato. Le due parti hanno discusso del rafforzamento della cooperazione di difesa USA-Turchia, compresa la modernizzazione della flotta F-16 turca.
In particolare Cavusoglu ha dichiarato che l’aspetto importante della vendita di caccia F-16 ad Ankara è se l’amministrazione Biden mostrerà determinazione. Per questa ragione ha chiesto agli Usa di mantenere una politica di pari distanza nei confronti di Turchia e Grecia.
L’amministrazione statunitense è favorevole alla vendita di aerei da combattimento F-16 alla Turchia, ma alti funzionari del Congresso si oppongono fermamente: è il caso del Presidente della Commissione Esteri del Senado, Bob Menendez, che ha promesso apertamente di continuare a bloccare il trasferimento di aerei da guerra in Turchia a meno che Ankara non migliori la sua situazione in materia di diritti umani e smetta di minacciare gli alleati regionali degli Stati Uniti.