L’Italia, dopo una vacatio oggettiva, ha l’occasione di tornare un player a Tripoli, anche se nel mezzo di questa sorta di vuoto di potere negli anni è stata scavalcati dalla Turchia. Giorgia Meloni ha cerchiato in rosso una serie di obiettivi, caratterizzati da un minimo comune denominatore: ovvero la visione strategica in politica estera con specifico riguardo al Mediterraneo. Di ciò se ne è accorto anche l’Economist.
Così il direttore di Mondogreco.net, Francesco De Palo, intervenuto oggi su Radio Inblu, nel programma condotto da Chiara Placenti, per commentare la vista in Libia del Presidente del Consiglio.
“7 luglio 2017 e 28 gennaio 2023 – ha osservato – sono due date significative perché la prima rappresenta l’ultima iniziativa italiana per la Libia, datata ben sei anni fa. E la seconda riguarda il potenziale inizio di una nuova pagina che può essere scritta sulla Libia. Quattro le direttrici di marcia imboccate dal governo di Roma. Prima, il piano Mattei per l’Africa, tarato essenzialmente sullo sviluppo e sulla crescita reciproci, senza alcun atteggiamento predatorio. Le critiche che ho letto su un presunto approccio neo-coloniale sono infondate, dal momento che quel piglio sarebbe in antitesi all’approccio originario del fondatore di ENI. Anzi la mossa libica, ed è il secondo aspetto, segue quella compiuta ad Algeri per fare dell’Italia il nuovo hub energetico dell’Europa sfruttando essenzialmente la sua posizione di molo naturale piazzato nel bel mezzo del mare nostrum. Quante volte nel recente passato ci si è lamentati sul disinteresse di molti governi verso il Mediterraneo, a partire al disimpgno americano dopo l’uscita di scena di Gheddafi? Oggi si presenta una straordinaria occasione per riequilibare le posizioni in campo e il governo ha fatto bene a inserire questo tema fra le sue priorità. Terzo elemento la stabilizzazione istituzionale: pur nella consapevolezza che non è affare semplice, il patto per la Libia del governo italiano mira a comporre un quadro d’insieme che porti a elezioni entro quest’anno. Infine, last but not least, il controllo dei flussi migratori irregolari: per la prima volta la rotta del mediterraneo centrale è nelle priorità della commissione europea”.
E ha aggiunto: “L’analisi dell’Economist sui primi cento giorni del governo Meloni ha una doppia valenza: da un lato mette in risalto i punti di luce dell’esecutivo, dall’altro un articolo così positivo vergato dal più autorevole foglio dell’anglosfera è un segnale incoraggiante per l’Italia”.