Fonte: Il Giornale del 22/05/23
Un’onda blu si impone nelle elezioni politiche in Grecia, dove il partito conservatore di Nea Dimokratia incassa il 41% e, guidato dal 55enne premier Kyriakos Mitsotakis, vince nella maggioranza delle province del paese, doppiando nettamente Syriza e un Alexis Tsipras che in molti vorrebbero dimissionario. Ma non avendo raggiunto per un soffio la maggioranza di 151 seggi e con, al momento, l’indisponibilità dei socialisti del Pasok ad un governo di larghe intese, la Grecia dovrebbe andare al ballottaggio il prossimo 25 giugno.
In quell’occasione, se l’indicazione elettorale dovesse essere confermata, Mitsotakis con il premio di maggioranza avrebbe la vittoria in tasca e il via libera per un secondo mandato con un esecutivo monocolore.
La Grecia è stata chiamata a ieri ad elezioni significative, non fosse altro perché giungono alla naturale scadenza del quadriennio (in un paese dove abbondano le urne anticipate) e a cavallo di partite internazionali ultrasensibili, che trovano nell’Egeo un punto cardine: gas, guerra in Ucraina, equilibri nel Medio Oriente ed elezioni turche sono elementi che fanno parte del cono di attenzione di chi, a oriente e a occidente, guarda ad Atene con occhi particolarmente interessati.
Se i conservatori di Nea Dimokratia migliorano rispetto a quattro anni fa, anche grazie ad una serie di iniziative economiche e geopolitiche che hanno riportato la Grecia al centro del dibattito mediterraneo, la notizia è nel crollo verticale di Syriza, diventata un partito sistemico nella coscienza globale ma con una leadership debole e basata solo sulla retorica antisistemica.
Mitsotakis ha dalla sua parte i risultati macroeconomici raggiunti in questi quattro anni, con il possibile ottenimento dell’investment grade a patto di proseguire sul cammino delle riforme, passando per le previsioni di crescita fornite dall’Ue che per il 2023 è data al 2,4% (dall’1,2% previsto lo scorso inverno), con un avanzo primario del 2,5% del Pil e un’ulteriore riduzione del debito del 16,4% del Pil entro la fine del 2024.
Come da prassi oggi il Presidente della Repubblica, Katerina Sakellaropoulou, affiderà a Mitsotakis il primo dei tre mandati esplorativi per la formazione di un governo, cosa che però non dovrebbe dare i suoi frutti, dal momento che nessuno dei primi tre partiti ha intenzione di allearsi.
C’è stato anche il tempo per un caso di compravendita di voti a Karditsa, con l’arresto di dieci cittadini accusati di brogli elettorali: gli agenti di polizia hanno ritrovato nell’auto di uno degli arrestati 197 carte di identità, 114 buste con all’interno decine di schede elettorali e 6mila euro in contanti. Tra loro potrebbe esserci anche, come riportano alcune fonti greche, il locale presidente degli allevatori e collaboratore di un candidato di Syriza.
Unica area dove i conservatori cedono ai sostenitori di Tsipras quella settentrionale di Rodopi, a forte presenza turca, dove già nelle scorse settimane l’Intelligence aveva segnalato la possibile intromissione esterna nei processi elettorali, tramite l’appoggio organizzato a specifici candidati da parte di noti circoli parastatali attivi nella regione della Tracia e coordinati dal Consolato turco. Lo dimostrano alcuni post sui social scritti in lingua turca di chiaro sostegno a candidati di estrema sinistra, pubblicati con il tentativo di influenzare i musulmani della regione, anche grazie all’appoggio di pseudo-muftì, ovvero bracci esecutivi della propaganda turca che influenzano il libero arbitrio dei musulmani.
@FDepalo