Fonte: Formiche.net del 17/11/23
I due rivali storici provano, con cauto ottimismo, a concentrarsi sulla cooperazione su questioni di reciproco interesse, adottando al tempo stesso un approccio a lungo termine per risolvere le diffidenze. Troppo importante il Mediterraneo orientale come fazzoletto di acque da cui osservare i fronti caldi. Tra i punti in comune la relazione sempre più forte di entrambi con la Cina.
Vince la dottrina Kissinger. Nel mezzo di due macro conflitti (Ucraina e Gaza) e con sullo sfondo altrettante crisi solo momentaneamente disinnescate (Serbia/Kosovo e Nagorno-Karabah), non avrebbe senso alimentare una ulteriore escalation nell’Egeo. Per questa ragione Atene e Ankara sono state “indotte” ad avviare una stagione di nuovo dialogo, mettendo da parte i dossier più divisivi. Troppo importante il Mediterraneo orientale come fazzoletto di acque da cui osservare i fronti caldi. Ma non mancano le variabili (Bri).
Nuova aria nell’Egeo?
Da Washington il richiamao all’ordine per i due paesi, spiegando loro che viste le due guerre in corso e le crisi in Kosovo e Nagorno non occorre certo altra tensione. Con cauto ottimismo, la Turchia e la Grecia devono concentrarsi sulla cooperazione su questioni di reciproco interesse, adottando al tempo stesso un approccio a lungo termine per risolvere le diffidenze nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale. La fiducia da rafforzare è il primo obiettivo delle diplomazie al lavoro, ma non mancano gli scogli, come la richiesta turca agli Usa degli F16, le relazioni sino-elleniche alla luce del viaggio in Cina del premier Kyriakos Mitsotakis e la freddezza tra Atene e Tirana per via di un sindaco della minoranza agli arresti.
Punti in comune
Tra i punti in comune con Ankara a sorpresa c’è proprio quello cinese: non solo il grande porto del Pireo è in mano a Cosco China, la Bri e la cooperazione culturale stanno progredendo tra Atene e Pechino: Shen Haixiong, presidente del China Media Group (Cmg), ha stretto un accordo nei settori culturali e mediatici greci con l’editore, oligarca e armatore greco Dimitris Melissanidis, proprietario del primo quotidiano finanziario greco Naftemporiki. Nel decimo anniversario della Belt and Road Initiative Shen ha affermato che la Grecia “è un partner importante nella costruzione congiunta della Bri ed è un buon amico e partner della Cina in Europa” e che “il prospero sviluppo della Belt and Road è infatti un processo di scambio, comunicazione, apprendimento reciproco e ispirazione reciproca tra diverse civiltà, ha aggiunto”.
Al contempo Cmg ha iconcluso una serie di accordi con la piattaforma greca Nova Telecommunications & Media SMSA, per potenziare la trasmissione dei canali Cgtn English e Cgtn Documentary in Grecia. All’evento hanno partecipato anche l’ex presidente greco Prokopios Pavlopoulos, il ministro greco del turismo Olga Kefalogianni e l’ambasciatore cinese in Grecia Xiao Junzheng.
Frizioni
Il primo nodo si chiama Cipro: in occasione dei quarant’anni dalla dichiarazione unilaterale dello pseudo-stato, illegale e condannato dalle risoluzioni 541/1983 e 550/1984 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il Ministero degli Affari Esteri greco ha condannato ufficialmente lo status quo, osservando come si tratti di un “triste anniversario in cui la Grecia sottolinea la necessità del pieno rispetto da parte di tutti gli Stati, come richiesto dal diritto internazionale, delle decisioni del Consiglio di Sicurezza”. La Grecia, ha spiegato, non accetterà mai il fatto compiuto dell’invasione e dell’occupazione turca e in stretto coordinamento con Nicosia, la Grecia sta lavorando per creare le condizioni che “porteranno a trovare una soluzione equa, sostenibile, funzionale e reciprocamente accettabile nel quadro delle decisioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.”
Nelle ultime settimane, complice la guerra a Gaza, Cipro ha assunto un ruolo ancora più strategico, dal momento che è utilizzata come una portaerei naturale per il decollo degli aerei militari americani che monitorano i cieli sopra Israele e i paesi limitrofi.
Scenari
Un mese fa viceministri degli Esteri greco e turco si sono incontrati ad Atene per un dialogo positivo sull’agenda, mentre il 7 dicembre a Salonicco è previsto un consiglio di cooperazione ad alto livello con la partecipazione del presidente Recep Tayyip Erdoğan in persona. Mantenere l’atmosfera positiva è il mantra che i due leader hanno imposto a tutti i ministri. Nel mentre la Turchia ha recentemente ricucito i legami con l’Egitto e ristabilito le relazioni diplomatiche con Israele, per poi esprimersi nettamente contro le azioni di Netanyahu; e la Grecia sta allacciando rapporti solidi con i paesi del golfo, sia con l’obiettivo di attrarre investimenti stranieri sia per offrirsi come molo naturale nel Mediterraneo allargato.