Un volume composto da una serie di saggi brevi, pubblicato dalla casa editrice ETPbooks, scritti molti anni fa dalla nota giornalista e scrittrice Dido Sotiriu (nata ad Aydini, nell’Asia Minore, nel 1909, e morta ad Atene nel 2004), autrice del famosissimo romanzo “Addio Anatolia”. Un testo assai utile per capire la pagina più nera dell’intera Storia Contemporanea della Grecia: la pesante sconfitta nella guerra greco-turca (1919-2022) e la conseguente “Catastrofe” da cui ne scaturì la fine della presenza ellenica in Asia Minore, risalente all’antichità. Oltre 1,2 milioni di greci residenti in Anatolia furono costretti a lasciare la terra natia a seguito dello scambio di popolazioni deciso dal Trattato di Losanna del 1923, che decise anche il trasferimento di mezzo milione di turchi residenti in Grecia.
Dal testo si evince la grande amarezza di una profuga, ferita profondamente dal tradimento delle grandi potenze dell’epoca (Gran Bretagna, Francia, Italia e Stati Uniti) che prima indussero la Grecia di Eleftherios Venizelos ad occupare Smirne e a intraprendere la campagna militare in Asia Minore, salvo poi abbandonare Atene, per interessi geopolitici ed economici nel Vicino Oriente, a favore della neonata Repubblica di Turchia e del suo abile condottiero Mustafa Kemal.
Una ricostruzione minuziosa degli avvenimenti con citazioni approfondite di fonti storiche e giornalistiche. Pur se appare evidente un suo comprensibile coinvolgimento, l’autrice riesce comunque a mantenere sempre il filo della narrazione degli eventi, ben esposti sotto il profilo cronologico. Le pagine scorrono veloci, incutendo nel lettore curiosità e desiderio di sfogliare il capitolo successivo per sapere come si svilupperanno i fatti.
Come detto, il motivo dominante di tutti i saggi è il biasimo verso le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale, che usarono la Grecia in modo strumentale per i propri scopi. In ogni caso non mancano forti critiche anche ai leader che guidarono la Nazione Ellenica in tale drammatico frangente: Venizelos e i suoi antagonisti (“Antivenizelisti” filo-monarchici), coloro che emersero vincitori dalle elezioni del Novembre 1920 e che, dopo avere sostenuto il ritorno del Re Costantino, decisero di intensificare la campagna in Asia Minore e di marciare verso Ankara, perché convinti di sconfiggere in modo definitivo Kemal. Le cose andarono ben diversamente da quanto auspicato dai greci: l’esercito ellenico fu sconfitto e non fu in grado di evitare la tragedia del saccheggio di Smirne, che avvenne il 9 Settembre 1922.
Molto prezioso anche il lavoro del curatore Cristiano Luciani, docente di letteratura Lingua e Letteratura Neogreca-Università di Roma “Tor Vergata”, autore delle molte note a piè di pagina descrittive dei principali protagonisti degli eventi che hanno lasciato una traccia indelebile nella Storia della Grecia Contemporanea. Interessanti anche i documenti inseriti in appendice, opera di giornalisti e studiosi, utili per capire il contesto storico nel quale venne a determinarsi la “Catastrofe”.
Volendo cercare un limite a un lavoro comunque di alto livello, si può rilevare una eccessiva impronta ideologica nella descrizione degli eventi. Didò Sotiriu, militante di sinistra, stigmatizza in profondità soltanto le responsabilità delle potenze occidentali, mostrando invece una certa indulgenza verso l’Unione Sovietica, che pure ha le sue responsabilità nell’avere lasciato alla sua amara sorte la Nazione Ellenica per sostenere la Turchia di Kemal.
Nel complesso, tuttavia, il libro si rivela uno strumento prezioso e consigliabile per chiunque voglia approfondire una materia che ancora oggi richiede di essere esaminata, un periodo tragico ma altresì fondamentale per capire come si è sviluppata la Storia della Grecia nel XX Secolo.