Un voto “storico”, lo ha definito la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, quello di oggi che con 322 voti favorevoli, 266 contrari e 31 astensioni ha dato il via al nuovo patto di migrazione e asilo: ben 10 atti legislativi sulla riforma della politica europea. In sostanza gli stati membri per aiutare quei paesi che sono maggiomente esposti ai flussi migratori (come Italia e Grecia) dovranno procedere in questo modo: accogliere i richiedenti asilo o le persone che godono di protezione internazionale nel loro territorio, contribuendo finanziariamente o fornendo supporto operativo e tecnico.
In secondo luogo verranno ridefinite le regole di Dublino, ovvero i criteri per determinare quale Stato membro è competente per l’esame delle domande di protezione internazionale. Inolre il Patto individua una procedura comune per la concessione e la revoca dello status di protezione internazionale.
“Dopo quasi un decennio di stallo, il Parlamento europeo ha votato a favore dell’adozione del Patto su migrazione e asilo, la revisione completa della legislazione europea sull’immigrazione. L’Europa gestirà la migrazione in modo ordinato e alle nostre condizioni”, ha affermato il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas.
Inoltre la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, ha sottolineato che “il voto odierno del Parlamento europeo è un grande risultato. Saremo in grado di proteggere meglio le nostre frontiere esterne, i vulnerabili e i rifugiati, coloro che non hanno il diritto di soggiorno verranno rimpatriati rapidamente, con la solidarietà obbligatoria tra gli Stati membri.”
Secondo l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, co-presidente dei conservatori europei di Ecr, “sono stati fatti pochi passi nella direzione giusta, pochi ma importanti. Bisogna fermare le partenze, collaborando con le nazioni di origine e transito, stabilendo prima chi ha diritto di entrare in Ue e chi no. Questa è l’unica soluzione possibile. E’ ciò che da anni dobbiamo far comprendere alle sinistre, che vorrebbero far entrare tutti indistintamente, per poi dare loro il diritto di voto e così soppiantare la volontà delle nostre popolazioni”.
E aggiunge: “La lasciata del 71% degli sbarchi in Italia e la drastica lasciata delle morti in mare confermano l’efficacia della scelta del governo Meloni di prevenire gli arrivi, lavorando con pazienza e determinazione sulla dimensione esterna dei confini europei. Purtroppo si è perso tanto tempo ed oggi è difficile entrare nel merito dei nuovi regolamenti a poche settimane dal voto, ma è ciò che si dovrebbe fare ed è ciò che alcuni di noi faranno”.