Un doppio attacco, quello andato in scena al Museo della Guerra di Atene, da parte di due ex primi ministri contro l’attuale inquilino del Megaro Maximos. Antonis Samaras e Kostas Karamanlis, dopo un periodo di distacco dalle vicende politiche, hanno rivolto una serie di accuse a Kyriakos Mitsotakis.
Due discorsi con toni diversi che hanno preso di mira la strategia generale del primo ministro. Il tutto dinanzi a rappresentanti del governo come Pavlos Marinakis, Adonis Georgiadis, Olga Kefalogianni e Kostas Karagounis. Saranno, questi due attacchi, l’anticamera ad una nuova fase del centrodestra greco? Inoltre l’evidente calo elettorale in occasione delle elezioni europee potrebbe riservare sgradevoli sorprese al partito di Nea Dimokratia, già alle prese con le conseguenze della legge sui diritti civili che ha lasciato sbigottito l’elettorato cattolico di centro e di destra? E ancora, la stagione di incessanti privatizzazioni sta producendo i suoi frutti per le casse della Grecia?
Secondo Samaras il recente risultato elettorale “è un sonoro schiaffo in faccia al nostro sistema politico, poiché i cittadini lo disapprovano clamorosamente”. Ha parlato di “sciopero bianco dei cittadini”, aggiungendo che l’albero “non cresce né diventa alto perché gli è stato dato dalle radici.”
“Mi chiedevo: due ex primi ministri si sbagliano così tanto? E siamo stati disapprovati dal governo. Ho sollevato interrogazioni in Parlamento nel merito e hanno organizzato i posti vuoti. Sono continuati gli abbracci ai parlamentari LGBTI in Parlamento e alle feste nei bar. Il popolo ha ritenuto arrogante il governo e lo ha dimostrato alle urne con il 60% di astensione. Un forte schiaffo. I cittadini si sono arrabbiati con tutti i partiti e li hanno disapprovati”, ha aggiunto l’ex primo ministro.