FRANCESCO DE PALO EDITORIALISTA LE FORMICHE

“Chiediamoci chi lavora per dividere Usa e Ue: la risposta ai dazi americani, che sono sbagliati, non sia di pancia bensì eviti un’escalation che produrrebbe ancora più danni”. Così l’analista Francesco De Palo, direttore di Mondogreco, firma del Giornale e Formiche.net, intervistato da Radio Inblu che osserva: “Due i punti fissi da cui partire per un’analisi oggettiva. Concettualmente considero i dazi sbagliati perché provocano danni. Ma ci sono, ci saranno e vanno affrontati senza panico e senza creare una escalation. Come rispondere: senza dubbio non con la ricetta di chi, andando in piazza a sloganeggiare, vorrebbe che l’asse atlantico, l’alleanza con gli Usa venisse spezzata. Tutt’altro. Sarebbe un errore economico e di sicurezza che il governo Meloni certamente mai commetterà. Piuttosto, dialogo, diplomazia e raccordo euro-americano penso sia l’unica strada per superare questo scoglio e rafforzare la nostra difesa. Servono – continua l’esperto analista – risposte mirate e non ritorsioni perché se non si sarà capaci di trattare con saggezza si provocheranno altri danni. Per intenderci, la proposta di Emmanuel Macron rivolta a che le aziende europee sospendano gli investimenti negli Stati Uniti finché  «le cose non saranno chiarite», testuale, sembra una proposta dei grillini più che del presidente di un membro fondatore dell’Ue. E dimostra una volta di più che nella partita dei dazi se ne giocano almeno altre tre: quella sull’Ucraina, quella sulla difesa e quella sulla nuova Ue dove da un lato c’è un ex membro, Londra, che vorrebbe rientrare e dall’altro c’è un altro, Parigi, che vuol essere leader ma senza seguito, visto che la proposta ad esempio delle truppe da mandare a Kiev piace solo a Francia e Regno Unito. 
Più logica la posizione espressa da Giorgia Meloni, secondo cui serve lavorare per scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei, avea detto tre giorni fa la premier”.

E conclude: “Calma e sangue freddo, quindi, sui dazi anche perché chi agita numeri apocalittici in questi giorni dovrebbe ricordare che il governo Conte nel 2020 spese più di un miliardo per milioni di mascherine non idonee, acquistate dalla Cina al triplo del prezzo di mercato”.

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