(Fonte: Il Giornale del 02/03/23)

Di Francesco De Palo

Un segnale che non ha funzionato, un gps mancante e un rogo da 1500 gradi che ha carbonizzato buona parte delle vittime. Dietro il tragico incidente di ieri alle porte di Larissa, ricco polo agricolo e industriale nella Grecia centrale, ci sono alcuni numeri inquietanti. Poco meno di 800 dipendenti rispetto ai 2000 necessari per Hellenic Train, per gestire quasi 3000 chilometri di rete ferroviaria; 17,77 miliardi di euro in sovvenzioni e 12,73 in prestiti del Recovery Fund Ue che in parte sarebbero dovuti servire proprio a modernizzare una rete ancora obsoleta; interventi nella gestione della rete eseguiti manualmente come dimostra il caso di Tempe. 

In molti sostengono che si sarebbe potuto evitare l’errore umano. Gli impianti di telecontrollo e segnalazione luminosa non funzionavano a causa di perenni ritardi nel potenziamento dei sistemi, come ammesso dalla presidente dell’Autorità di regolamentazione ferroviaria, Ioanna Tsiaparikou, che ha puntato il dito contro “appalti che avrebbero dovuto essere completati” aggiungendo che su quella tratta il sistema è attualmente manuale, quindi il rischio di errore umano c’era ieri come un anno fa. 

Inoltre le osservazioni sull’assenza di un sistema di telecontrollo trovano riscontro nei “Rapporti Annuali di Sicurezza” redatti dalla commissione ministeriale preposta ma rimasti lettera morta. Negli anni passati, in verità, erano stati investiti ben 41 milioni di euro per adeguare i sistemi di segnalamento e telecontrollo, poi lievitati di per giunta del 50%. Era il 2014, in piena crisi finanziaria greca, con la troika alle porte, che portò ad una procedura di infrazione da parte della Corte dei Conti ellenica quattro anni dopo per uno sforamento ingiustificato del budget iniziale. 

D’altro canto le parole del presidente del sindacato dei macchinisti dell’OSE, Kostas Genidounias, non lasciano scampo: ha affermato che la rete elettronica Atene-Salonicco non funziona da anni. Ha anche ricordato che alcuni interventi nella gestione della rete in termini di itinerari vengono eseguiti manualmente, come accaduto martedì notte per ordine dell’autorità della stazione di Larissa. In sostanza il macchinista sarebbe stato avvisato telefonicamente dal capostazione per ricevere l’ordine di entrare o uscire da una linea. 

Il rappresentante dei dipendenti nel cda di Trainose, Vassilis Zavogiannis, ha dichiarato che il sistema di controllo remoto e il segnale fgps non funzionavano su questa particolare linea. Treinose, come è noto, è stata privatizzata da Ferrovie dello Stato nel settembre 2017 per 45 milioni di euro. Da quel momento è nato il nuovo vettore Hellenic Train, con un management italiano. E’stato grazie alla privatizzazione italiana che la Grecia ha avuto la possibilità di differenziare i mezzi di trasporto maggiormente usati, ovvero autobus e navi, a cui sono stati aggiunti due Frecciargento sulla linea Atene-Salonicco. 

La città di Larissa, inoltre, è perno militare per via della presenza nella base aeronautica dei droni UAV americani in virtù del memorandum di intesa siglato tra Washington e Atene per l’utilizzo di quattro basi in terra ellenica. La motivazione è da ritrovarsi nel contesto geopolitico in cui la Grecia si trova, non solo potenziale hub energetico per via del passaggio di gasdotti come il TAP e l’Igb, ma perché nuovo player “atlantico” (dopo le sbandate pro Cina di Tsipras) a cavallo tra il quadrante euromediterraneo e quello mediorientale. 

Il paese è politicamente nervoso, perché tra un mese si vota e questa volta i conservatori per via di una legge elettorale cambiata se non raggiungeranno la maggioranza assoluta saranno costretti ad allearsi col centro o con i socialisti.

@FDepalo

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